GIUGNO 2004 2004
Martedì 1 GIUGNO (prima parte) - Martedì 8 giugno (seconda parte)
Pink Floyd
"The wall"
Un disco che è diventato un film, ma ancor prima un viaggio nella psiche umana condotto magistralmente da Roger Waters e soci. Un trattato sull'alienazione umana, con canzoni che hanno fatto epoca e con un filo conduttore che lega come mai prima il senso di un opera straordinaria. Difficile parlarne compiutamente. Ci proverà Vanni Neri, con l'ausilio di un ospite speciale (esperto Pinkfloydiano, ovviamente) in studio per un appuntamento che straordinariamente vedrà impegnata la rubrica per due setimane.
Il definitivo concept album.
Martedì 15 giugno
Gun Club
"Fire of love"
Esordio sulla lunga distanza per una delle band più seminali del panorama musicale statunitense. Blues viscerale filtrato dal punk. Una formula alla quale hanno attinto Pussy Galore, Chrome Cranks, Cows, Jon Spencer Blues Explosion e più recentemente White Stripes. Mai come in questo album però il binomio risulta efficace grazie a brani di intensità memorabile come "Sexbeat", "She's like heroin to me" o "Jack on Fire" e con il contributo magistrale della voce allucinata del grande Jeffrey Lee Pierce, al quale il destino ha consegnato purtroppo una fine ingloriosa e ingiusta.
Martedì 22 giugno
Deus
"Worst case scenario"
Anversa è uno dei porti commerciali più famosi d'Europa e fino a una decina di anni fa era una città nota solo agli spedizionieri marittimi e ai patiti di statistica sportive, che si ricordavano di quando la città ospitò, nel lontano 1920, un edizione delle olimpiadi; poi arrivarono i dEUS. Melodie toccanti in salsa indie, echi di vecchio blues à la Tom Waits e accenti progressive, il tutto filtrato da un gusto assolutamente riconducibile all'Europa e ai suoi movimenti avant-garde. Un insieme coinvolgente e unico per uno dei gruppi più interessanti degli ultimi anni
Martedì 29 giugno
Afghan Whigs
"Gentlemen"
L'apice di una carriera vissuta pericolosamente. La band di Greg Dulli realizza uno dei dischi che, nel tempo, si è rivelato come tra i più influenti del decennio dei '90. Le chitarre vitrioliche dell'America del periodo si legano al soul nero più intenso. Musica per anime tormentate, colonna sonora ideale di notti insonni tra tormento ed estasi. Un album perfetto, realizzato da una delle band più sottovalutate di sempre, ma che nelle nostre frequenze è sempre stata di casa.