23 SETTEMBRE 2002

OK COMPUTER (E.M.I. 1997)
- RADIOHEAD-

Uno dei più bei dischi degli anni novanta. Da grande promessa del pop britannico, Thom York e soci proiettano la musica inglese nel nuovo millennio senza rinnegare le proprie origini. C’era bisogno di OK COMPUTER: OASIS e BLUR non potevano più bastare, il pop d’oltre manica doveva riacquistare credibilità anche presso il pubblico e per farlo “la band che non voleva essere gli U2” ha toccato vertici creativi che solo BEATLES e pochi altri sono riusciti a raggiungere. Scegliere fra le 12 canzoni dell’album è praticamente impossibile: come si fa a preferire PARANOID ANDROID ad AIRBAG? SUBTERRANEAN HOMESICK ALIEN a NO SURPRISES? Il disco inglese degli ultimi dieci anni con il maggior numero di imitazione all’attivo!

16 SETTEMBRE 2002

TRANSFORMER (Rca, 1972)
-LOU REED-

Uno degli album più prestigiosi di Lou Reed, prodotto da David Bowie e Mick Ronson e registrato a Londra nel 1972. Il disco della rinascita per l’ex leader di Velvet Underground, forte di brani come “Walk on the wild side”, “Perfect day” e “Vicious” e di una produzione ed arrangiamenti decisamente superiori agli standard del periodo. Un affascinante esempio di scrittura rock moderna, ancora attuale dopo 30 anni dalla pubblicazione, senza il quale gli Strokes (e non solo loro) oggi farebbero i postini o gli idraulici.

9 SETTEMBRE 2002

Highway 61 Revisited (1965)
-BOB DYLAN-

La rivoluzione del folk attraverso la sua elettrificazione, il tutto in uno stato di grazia invidiabile. Bob Dylan cambia le regole del gioco con una serie di canzoni come “Like a rolling stone”, “Ballad of a thin man” e “Queen Jane approximately”. Una backin’ band da brivido (Mike Bloomfield in testa) e una capacità di comunicare che lascia a bocca aperta. Impedibile in ogni discografia rock degna di tal nome.

2 SETTEMBRE 2002

Crooked Rain, Crooked Rain (Big Cat, 1994)
-PAVEMENT-

Il secondo album è quello che eleva i Pavement dallo stato di meteore illuminate a veri e propri leader del lo-fi made in America. Un hit da brivido (“Cut your hair”), le scanzonate atmosfere velvettiane di “Range Life”, un suono sghembo e sbilenco che ha fatto scuola e raccolto proseliti ovunque.